1. Quali sono i fattori che incidono sul cambiamento della coppia dopo il parto?
Il primo fattore e, a mio avviso il più importante, è il cambiamento di un equilibrio relazionale che sta nel passaggio da un rapporto a due alla cosidetta triangolarità . Si viene quindi a creare un nuovo equilibrio familiare con la presenza del nuovo nato. Questo passaggio non è affatto scontato a livello psicologico ma a volte anche nell’organizzazione materiale della coppia. I neogenitori devono acqusire gli strumenti psicologici necessari per accettare il terzo o altro componente della famiglia. In concreto questo concetto si traduce nella capacità dei genitori di mettere tra parentesi, almeno per un periodo, che è variabile in base alle esigenze del neonato,le loro abitudini di coppia (uscire la sera,rapporto d’intimità,uscire con gli amici ecc.) per dedicarsi in larga parte all’accudimento del figlio. Quello che mi interessa chiarire è che il rapporto a tre per trovare un nuovo equilibrio, richiede un tempo indispensabile e necessario per conoscere e prendere confidenza nel rapporto con il proprio bambino e viceversa. Purtroppo genitori non si nasce ma lo si diventa attraverso questa affascinante e complessa esperienza che è la genitorialità.
Altro fattore importante riguarda un ulteriore cambiamento che la coppia deve assolutamente realizzare nel passaggio di ruolo da figlio a genitore. Questo passo evolutivo è caratterizzato dall’essere in grado di assumersi delle responsabilità e farsi carico dello sviluppo psicofisico e dell’educazione del bambino. Nella specie umana, diversamente dagli animali, la prole per un lungo periodo non è autonoma e ha una dipendenza anche fisica dagli adulti.
L’ultimo ma non meno importante fattore da elencare è il cambiamento relativo all’aspetto sessuale della coppia. E’ovvio che almeno nei primi mesi di vita del bambino entrambi i genitori anche se in maniera diversa, vengono in gran parte assorbiti dalla relazione con il neonato e tendono a trascurare quell’intimità di coppia che era presente prima della nascita. Vorrei tranquillizzare mamme e papà dicendo che questa situazione per un periodo, è assolutamente fisiologica, ma attenzione a non farla diventare duratura nel tempo. E’ importante che una volta raggiunto il nuovo equilibrio della famiglia la coppia ritrovi una sua intimità magari diversa dalla precedente ma fondamentale per il benessere psicologico di tutti i componenti familiari.
Vorrei dire che in questa intervista mi limito ad affrontare in modo molto superficiale questi argomenti che all’interno del mio corso vengono trattati in maniera attenta e approfondita.
2. In questi casi quali sono i rischi in cui incorre una coppia?
Per quanto riguarda il passaggio da una relazione a due ad una a tre, se non si riesce a trovare un nuovo adattamento nei riguardi di un organizzazione del quotidiano in funzione di ciò che serve al bambino, si rischia la difficoltà di non essere in grado di accettare quelli che sono i necessari cambiamenti psicologici relativi alla nuova situazione. In altri termini magari l’accudimento fisico del neonato è ineccepibile, ma l’attenzione e la presenza psicologica continua verso quest’ultimo sono inadeguate.
Nel caso invece del passaggio di ruolo da figlio a genitore, obbligatorio per chi vuole metter su famiglia, il rischio a cui si può andare incontro consiste nell’incapacità di diventare adulto. Una dimensione di maturità che presume un superamento di quella fase adolescenziale nella quale le scelte o gli errori si fanno pensando solo a sé stessi. Nel divenire genitore le decisioni relative al bambino sono un compito che rientra nelle competenze dell’adulto che si assume la responsabilità di pensare ed agire per il bene del figlio. Quando quest’ultimo diverrà adulto a sua volta, il ruolo dei genitori sarà presente ma in maniera del tutto diversa.
Concludo con il rischio relativo all’intimità di coppia, che è quello di non riuscire a ricreare una nuova intesa nel rapporto uomo-donna da cui può derivare un appiattimento del desiderio. Questo sentimento come ho già detto rappresenta un elemento indispensabile ai fini di un sano funzionamento psicologico del nucleo familiare.
3. Quali consigli può dare per aiutare le coppie che non riescono a trovare un nuovo equilibrio?
Fondamentalmente due indicazioni. La prima più blanda che riguarda il livello di pazienza dei neogenitori. Consiglio di prendersi un po’ di tempo come ho già detto, durante il quale osservare ed elaborare la nuova e complessa situazione che si ha davanti. Questo perché magar , la difficoltà di trovare un altro equilibrio in certi casi è legata a ostacoli e problematiche fisiologiche. Mamma e papà hanno bisogno di un primo periodo di adattamento utile da un lato per stabilire una relazione con il figlio e ritrovare una nuova complicità con il partner dall’altro. Quando però con il passare dei giorni o dei mesi l’ambiente familiare persiste ad essere teso e pesante, la coppia tende ad allontanarsi, allora il consiglio assume una veste professionale. In questo caso prevale un clima di sofferenza psicologica e ovviamente mi rivolgo alla sensibilità e capacità d’introspezione dei genitori che esprimono un malessere che non è in grado di risolversi da solo. L’indicazione potrebbe essere quella di rivolgersi ad uno specialista nel campo a cui sottoporre tutte le proprie preoccupazioni e paure. Queste problematiche psicologiche si possono superare con adeguati interventi di consulenza che sono assolutamente necessari ai fini di riportare leggerezza e benessere nella famiglia.
Grazie!
Rif. dott.sa Francesca Giordano
Medico Chirurgo e Psicoterapeuta
333-2729947