Mercoledì, 03 Ottobre 2012 23:17

Educare i bambini al “bello”

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L'aspetto più affascinante di un aggettivo come “bello” è che è una parola assolutamente camaleontica. “Bello” non vuol dire niente così da solo, “bello” ha in sé tutte le possibilità del mondo. È una delle parole più potenti e creative del nostro vocabolario, eppure non ha un significato preciso, e questo la rende ancora più efficace, perché “bello” è un aggettivo che fa da contenitore alla soggettività più singolare, alla fantasia e agli aspetti che ciascuno può elaborare.
Proprio per questo il concetto di “educare i nostri figli al bello” è qualcosa su cui si potrebbe riflettere a lungo, ed ogni mamma, ogni famiglia, potrebbe stilare elenchi infiniti e diversissimi su cosa può essere il “bello”.
Beh, vorremmo provare a darvi degli spunti, partendo da concetti generali e attuali, che poi ognuno può declinare come desidera, e vogliamo farlo partendo dalla nostra esperienza personale.

Il “bello” nella vita di tutti i giorni sta in cose che possono sembrare solo apparenza, ma hanno in sé una forte ondata di creatività, come l'abbigliamento, l'arredamento della casa, l'ordine e il gusto, ma tutto questo è profondamente soggettivo, ed è comunque importante da coltivare e scoprire insieme.
Il “bello” nella vita di tutti i giorni sta nel cibo, elemento quotidiano per eccellenza, e scoprire insieme ai propri figli il “bello” del cibo è qualcosa che ci si porterà dentro insieme per tutta la vita: ciò che è sano e biologico, ciò che è naturale, ciò che è di stagione, il vero profumo della verdura, il vero sapore di un frutto, un mix di ingredienti che riempie di profumi la casa, una torta che lievita soffice, un nuovo alimento da scoprire in viaggio. Il cucinare insieme, anche solo qualche volta, e scoprire cosa succede aggiungendo un po' di basilico, una punta di curry, un impasto con una farina integrale, una manciata di zucchero di canna. Per scoprire cose nuove.
Il “bello” nella vita di tutti i giorni sono l'arte e la cultura, e abbiamo il compito di insegnare ai nostri figli a vedere che nel nostro Paese arte e cultura sono ovunque, fanno parte di ciò che siamo, e per farlo non importa essere professori o avere chissà quali conoscenze, basta sviluppare quel po' di sana curiosità che poi ognuno può coltivare come vuole.
Il “bello” nella vita di tutti i giorni è saper utilizzare la tecnologia di cui disponiamo senza dimenticarci di quando la tecnologia non esisteva, e scrivere ancora i biglietti di auguri a mano, o una lettera a una persona a cui vogliamo bene, o disegnando un profilo che amiamo.
Il “bello” nella vita di tutti i giorni sono i libri da cui nasceranno mondi fatati in cui i nostri figli torneranno ogni tanto ad abitare anche tra vent'anni, sono alcuni giocattoli immortali come una casa costruita con i cartoni di riciclo, il travestirsi con i vestiti della mamma, scomparendo dentro un cappello di papà.
Il “bello” da insegnare ai nostri figli nasce da una ricerca individuale, e arricchirà noi stessi e loro. E la parte migliore, è che non c'è nessuna regola, nessun limite, nessun confine di paese, culture, geografie.
È un concetto difficile da categorizzare, probabilmente impossibile. E allo stesso tempo è qualcosa di assolutamente concreto e quotidiano, che nei piccoli gesti di ogni giorno dona la capacità di vedere la Bellezza agli adulti di domani.

Silvia Bernardi

Letto 4878 volte Ultima modifica il Mercoledì, 03 Ottobre 2012 23:20